Approfondimenti

Quando è più facile salire sul Monte Bianco che attraversare la strada di casa tua

Per sognare e andare lontano, seguo sui social network pagine di viaggi, soprattutto quelle pagine che parlano di viaggi accessibili con la carrozzina. E così è successo per questa incredibile avventura, di un sol giorno, eppure così straordinaria, sul Monte Bianco, il più alto d’Europa. Non è stato un viaggio, ma un volo verso il cielo in funivia, con i monti ai miei piedi, fino al punto più alto d’Italia, 3466 metri. Un viaggio da primato che mai avrei immaginato possibile per me, nemmeno nelle fantasie più azzardate. Invece qualche volta la realtà supera i sogni e il sogno era “avvicinare l’uomo alla montagna e al cielo, allargare gli orizzonti e superare i confini. Panorami da esplorare ed il cielo da incontrare”. Questo recitava l’home page e la decisione era presa!

Parto il primo agosto da Torino in autostrada per Aosta, con mio cugino Eric, ormai il mio compagno d’avventure, Eric ha 27 anni e come me ama la montagna… Arriviamo a Courmayeur e poi via verso il cielo! Si parte con la prima funivia dai 1.300 metri di Courmayeur per arrivare poi con la seconda ai 3.466 metri sulla Punta Helbronner.

Noto fra le poche persone che ci sono che l’unica in carrozzina sono io, persone con disabilità che viaggiano sono poche, tanto meno quelle che vanno in montagna, sul tetto d’Italia. Eppure io sono lì! Una funivia dalla tecnologia pazzesca ti porta in cima in due tappe. Le cabine sono circolari e immense, non hanno scalini di accesso (che sarebbero una barriera alle carrozzine e ai passeggini o alle persone anziane) e ruotano di 360 gradi, in modo da godere completamente del panorama. Il costo del biglietto è di 55 euro, ma disabili e accompagnatori hanno una riduzione del 50% e comunque una cifra modesta e ben meritata. La prima tappa, che ci porta su una terrazza a oltre 2000 metri, offre una prima vista a 180 gradi sui monti. Inoltre c’è un laghetto, un piccolo punto di ristoro, ma soprattutto, da non perdere, un giardino botanico, con piante provenienti da tutto il mondo. Poi si sale ancora a toccare il cielo, verso l’ultima tappa, Punta Helbronner. Qui la terrazza panoramica è circolare e sei letteralmente circondata da monti spruzzati di neve, da rocce spazzate dal vento e dal cielo azzurro, così azzurro che nemmeno il mare può. “È il punto più basso del cielo, ma anche il più alto della tua ascesa” recita la presentazione ed è vero. Sulle sdraio ti puoi rilassare e farti scaldare il viso dal sole che sembra più vicino e luminoso. Fa freddo, ma mi basta la felpa. Anche qui c’è un punto di ristoro per una pausa pranzo in quota, dove noi ordiniamo un tagliere di salumi e formaggi, solo qualche fetta a 13 euro. Sinceramente ci sembra un po’ caro, viste le quantità da “assaggino”. Quest’ultima tappa è davvero mozzafiato: una pace dei sensi inaspettata, l’aria leggera e pura, la luce cristallina, ma soprattutto il silenzio, un silenzio irreale e sospeso. Ho voglia di ringraziare qualcuno per tanta pace e bellezza… Un’esperienza unica, da ripetere assolutamente! Durante il ritorno in macchina, ancora ubriaca di cielo, penso che sia stato facile salire sul Monte Bianco, molto più che girare per le strade delle nostre città. Ahimè, sono già tornata con i piedi per terra…

Michela Padovan

Per tutte le info, a seguire trovate i link che ho consultato:

https://www.montebianco.com/it

https://us06web.zoom.us/j/88383354389?pwd=VXovM2VrUGJ6MXNnbUhxRk4yajljUT09

https://it.wikipedia.org/wiki/Skyway_Monte_Bianco